Proponiamo la seguente rappresentazione teatrale: in Banania, paese immaginario, la giustizia intercetta una telefonata tra il primo ministro e degli affaristi che lo ricattano per non confermare all’ opinione pubblica che ha il vizietto di andare a letto con prostitute. Il primo ministro nega inoltre di essere compromesso con varie cricche che derubano il paese e si lamenta di voler lasciare “questo posto di merda”. Lo stesso primo ministro, nel frattempo, subisce con il suo governo lo scorno da tutto il mondo perchè annuncia ufficialmente concrete riforme economiche e il giorno dopo le cancella e ne annuncia di nuove. Il pubblico ride assai, si diverte e alla fine applaude gli attori di quest’ opera buffa. Tornando a casa, gli spettatori riflettono brevemente su quanto siano felici di essere cittadini di una nazione pulita, ordinata, civile, ben governata  e ben rappresentata agli occhi stranieri; di sfuggita rabbrividiscono al pensiero di come si sentirebbero a vivere nel paese raccontato a teatro.

Scrive in questi giorni la stampa tedesca: “E’ difficile non cadere nei vecchi pregiudizi dopo aver ascoltato le notizie provenienti da Roma. I soliti imprevedibili italiani, estremamente creativi nella loro gestione dei conti, grandi promesse e piccoli risultati”. Titola poi la Süddeutsche Zeitung: “lascio questo paese di m…a”, riportando gli articoli dei giornali italiani. Sempre in Germania, si scrive che l’ Italia deve ritenersi fortunata che la banca centrale europea stia comperando i suoi bond, altrimenti gli interessi sarebbero già schizzati sopra il 6%. Purtroppo, “a seguito di queste buffonate di riforme promosse da Berlusconi, gli interessi sono probabilmente destinati a salire”. Oltremanica, il Financial Times commenta la situazione ridicola di una classe politica italiana nel caos e “impantanata nelle dispute sulla forma definitiva che dovrà assumere il pacchetto di misure urgenti per l’austerity”, mentre il Wall Street Journal pensa che “l’Europa potrebbe finire per pagare a caro prezzo il teatrino politico italiano”.

Sfortunatamente, i cittadini di quest’ Italia da teatro – purtroppo molto reale – non possono alzarsi dalle sedie a fine spettacolo e tornarsene a casa felici, in un paese diverso. Possono solo smettere di applaudire, possono fischiare gli attori e lanciare uova e verdure marce sul palcoscenico. Se poi raccontassero agli amici che non vale la pena comperare il biglietto, l’ opera buffa – oramai non più divertente – sparirebbe dal programma in tempi brevi.