A titolo di prologo, un breve resoconto della settimana.

Se esiste un destino, è indubbiamente caratterizzato da un senso di umorismo tragico. Come non sovrapporre, infatti, l’ immagine della nave che affonda e la vigliaccheria del meschino e incapace comandante, alla situazione della “barca italica”, zavorrata da debito pubblico e piena zeppa di tanti Schettino immeritatamente alla guida di istituzioni? Meglio sorvolare, per non rattristarsi troppo.

Nel frattempo, Mario Monti ha visitato la City londinese per provare e convincere gli investitori stranieri a comperare i BTP italiani e, a mezzo di un’ intervista al Financial Times, ha avvisato la cancelliera Merkel che è nell’ interesse della Germania far abbassare i tassi di interesse sul debito italiano, pena “forti contraccolpi” nell’ elettorato (i forconi siciliani si stanno già agitando). La risposta da Berlino non si è fatta attendere: apprezzamenti per la serietà e per gli sforzi del governo di Roma, ma “l’ Italia può farcela da sola”; si sono poi aggiunte le voci critiche dei giornali filogovernativi sugli italiani ricchi ed evasori, che piangono il morto invece di abbattere il debito. Hanno risposto per le rime la Marcegaglia (“insopportabile l’ atteggiamento della Merkel”) e, più gentilmente, Carlo Azelio Ciampi (“Berlino deve ritrovare il cuore europeo”).

I due Mario nazionali, Monti e Draghi, hanno da ultimo chiesto il raddoppio del fondo salva stati, ben consapevoli da uomini di finanza che già tra febbraio e marzo i titoli di debito italiano rischiano di dover essere tolti dal mercato (a meno che le banche italiane non comincino ad utilizzare la liquidità loro “regalata”, per comperare BTP). Chi non dovesse crederci, si convinca utilizzando il calcolatore della spirale del debito, inserendo crescita 0% (lo strumento proposto da Reuters non prevede la decrescita, oramai sicura, del PIL italiano…) e tassi d’ interesse al 6% (ad oggi sono ancora superiori a tale soglia) e provi a vedere il livello irrealizzabile di avanzo primario che l’ Italia dovrebbe raggiungere. L’ espediente di Draghi – “concesso” da Berlino – per cui le banche rifinanziandosi all’ uno per cento potrebbero comperare BTP, non è infatti ancora riuscito e i 500 miliardi stampati dalla BCE sono stati subito riparcheggiati sui conti di quest’ ultima. Che deciderà Frau Merkel, che nel frattempo sembra aver reimposto la disciplina – dopo il tentativo di annacquamento da parte dei paesi periferici – nel fiscal compact, tramite i sanzionamenti automatici per chi sfora il tetto del deficit?

Proseguono intanto alacri le drammatiche negoziazioni per evitare il fallimento della Grecia. Comunque vada a finire (lo sapremo a breve), i rischi per la stabilità finanziaria dell’ Europa sono enormi. Se Atene fa default, sarà arduo isolare Portogallo, Spagna e forse l’ Italia dal contagio; se invece si arriva ad un accordo, con un haircut del 70%, possiamo immaginare la fortissima tentazione di altri paesi nel chiedere condizioni simili per abbattere lo stock del debito. In entrambi i casi, la posizione della Germania nell’ ambito della matrice della teoria dei giochi europei, pare destinata ad essere perdente se vorrà salvare l’ euro.

Il governo italiano ha reso noto il pacchetto delle liberalizzazioni. Sono necessarie? Alcune sì. Verranno votate dal parlamento e accettate dalle parti “colpite”, senza grandi resistenze? È lecito dubitarne. Risolleveranno le sorti dell’ Italia e faranno crescere il PIL in maniera significativa? Siamo dell’ opinione che ai comandanti in carica manchino il coraggio e la volontà di impostare dei programmi di riforme strutturali di ampio respiro, in un’ ottica di ridefinizione del ruolo dell’ Italia in un mondo complesso e globalizzato, andando oltre a quelle che ci sembrano operazioni di piccolo cabotaggio. Forse ci sbagliamo, e dopo aver cercato di mettere a posto i conti si aprirà una seconda fase caratterizzata da grandi riforme. Ci piacerebbe sentir parlare, finita l’ emergenza, meno di spread e più di politica industriale e di visioni lungimiranti, per ripetere la storia del Rinascimento italiano, carico di fiducia, entusiasmo e di un nuovo modo di concepire il Belpaese.

ALCUNE IDEE PER UN SECONDO RINASCIMENTO ITALIANO

(A) AGENDA ECONOMICA

Premessa: il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto soglie allarmanti per la stabilità e la pace sociale; creare lavoro dovrebbe essere il primo compito di ogni governo italiano. È risaputo che un paese in competizione globale con gli altri, per generare benessere e lavoro deve specializzarsi e trovare le proprie nicchie di vantaggio competitivo. L’ Italia ha già perso, spesso per miopia e campanilismo, molti treni del futuro, dalle tecnologie informatiche alle biotecnologie. Non investendo su ricerca e formazione, come si pensa di sopravvivere in un mondo con milioni di futuri ingegneri cinesi e indiani? Con le automobili della FIAT…?

Poche linee guida, chiare e ben focalizzate, sono a nostro avviso sufficienti per rilanciare il Paese su una traiettoria di successo economico e di creazione di opportunità di lavoro qualificate.

1) Il Paese degli scienziati

  • OBIETTIVI: diventare la meta preferita per i migliori scienziati e ricercatori internazionali, tramite un’ agenzia nazionale che: 1) crei una rete di centri di ricerca simili al Frauenhofer Institut tedesco – tutti sulle coste italiane; 2) proponga incentivi (alloggi, pacchetti comfort, fiscalità ridotta su spin-offs, ecc.), per attirare le menti più brillanti del mondo.
  • BENEFICI: si tratta del più importante progetto a lungo termine per creare nuova ricchezza, nuove industrie di punta e per bilanciare il costo pensionistico di una popolazione italiana sempre più vecchia.
  • PERCHÉ: se un brillante scienziato indiano o cinese potesse scegliere – a parità di opportunità professionali – tra un centro di ricerca su Posillipo con vista mare e pranzo in barca ed un laboratorio  nella fredda e grigia Düsseldorf, secondo voi cosa sceglierebbe?

2) Energia da fonti rinnovabili

  • OBIETTIVI: diventare il primo paese al mondo per generazione di energia da fonti rinnovabili.
  • BENEFICI: evidenti.
  • PERCHÉ: l’ Italia è in una posizione invidiabile per disponibilità di mare, sole e vento.

3) Turismo a 5 stelle

  • OBIETTIVI: attirare, con investimenti in infrastrutture e servizi adeguati, milioni di nuovi turisti (cinesi in primis).
  • BENEFICI: posti di lavoro, investimenti nel territorio, migliore bilancia commerciale, “marketing” positivo dell’ Italia.
  • PERCHÉ: quale altro paese al mondo può offrire il mix unico di paesaggi, arte, cultura, storia, territorio, gastronomia e simpatia?

4) Industria alimentare

  • OBIETTIVI: diventare il primo esportatore mondiale di cibo e vino di alta qualità, creando dei poli di spessore internazionale da una miriade di micro aziende .
  • BENEFICI: posti di lavoro, migliore valorizzazione di assets nazionali (le piccole aziende familiari), miglioramento della bilancia commerciale.
  • PERCHÉ: Chi vive all’ estero sa bene quale è la ricchezza, la varietà e la bontà di cibi e vini italiani.

5) Design e artigianato

  • OBIETTIVI: tramandare alle nuove generazioni i mestieri italiani ad alto valore aggiunto per espandere l’ eccellenza ed il gusto italiano in nuovi mercati; incentivare e formare (tramite scuole di specializzazione su modello tedesco) una nuova generazione di designer e artigiani, mestieri che si stanno sempre più perdendo; creare delle piattaforme nazionali per la commercializzazione all’ estero di prodotti e servizi.
  • BENEFICI: posti di lavoro, diffusione del gusto italiano nel mondo, miglioramento della bilancia commerciale.
  • PERCHÉ: Chi ha indossato un abito fatto da un sarto di Hong Kong e ha poi provato quello creato da un maestro napoletano, sa di cosa stiamo parlando.

La maggioranza dei cittadini europei non ha ancora compreso che le turbolenze sui mercati finanziari sono solo le campane di allarme sul Titanic che sta per scontrarsi con l’ iceberg in arrivo. L’ iceberg in questo caso sono i 2,5 miliardi di persone  dei paesi in via di industrializzazione (Cina, India, Brasile, Indonesia, ecc.), che stanno diventando la nuova classe media e quella affluente del mondo, a velocità impressionante. Quando la maggioranza di queste persone vorrà godere dei privilegi che noi europei diamo per scontati, come guidare tutti l’ automobile, mangiare carne, pesce e cioccolata, fare vacanze su una bella spiaggia e mandare i figli nelle migliori università, a che livello saliranno i prezzi di materie prime e risorse limitate? Petrolio alle stelle, pesci e manzi che vengono spediti ai nuovi ricchi, cioccolato e vino di qualità che costano come caviale. Chi produce la nuova ricchezza avrà il denaro per accapparrarsi tali beni; gli europei pieni di debiti e senza crescita economica saranno costretti a risettare le proprie aspettative di benessere, qualità di vita e welfare. Non sarà per nulla facile, ancor meno per una popolazione sempre più vecchia.

Le idee qui delineate non sono evidentemente una panacea a breve termine per evitare di farsi travolgere dai cambiamenti epocali in atto. Si tratta invece di proposte per impostare le direttrici delle attività economiche che potrebbero contribuire a far tornare l’ Italia competitiva, e quindi “ricca”, in maniera intelligente e consona al patrimonio di asset del Belpaese. È infatti palese che non possiamo sperare di poter far concorrenza  a milioni di futuri scienziati asiatici delle biotecnologie e della robotica; possiamo però trattarli bene come turisti, farli innamorare della nostra storia e cultura, delle nostre spiagge e del nostro cibo. Possiamo anche creare degli oggetti unici di design per le loro case e incentivarli a venire a studiare e a creare future imprese in uno dei paesi più belli (una volta ben ripulito…) del mondo. Il territorio dell’ Italia è l’ asset strategico fondamentale da cui ripartire per creare prosperità e benessere.

Siamo convinti di essere ancora in tempo per cambiare la rotta della nave ed evitare l’ iceberg.

(B) AGENDA ISTITUZIONALE

Poche cose, ma importanti, per rendere meglio governabile l’ Italia:

  • Ridurre del 50% il numero di parlamentari e ridisegnare le circoscrizioni elettorali, così da evitare “feudi” politici dei partiti.
  • Limitare a due mandati l’ eleggibilità politica di una persona.
  • Abrogare la legge “porcellum” e ridare il diritto ai cittadini di scegliere chi li  rappresenta.
  • Spezzare il legame tra banche e fondazioni bancarie, per esempio tramite l’ esclusione del diritto di voto (azioni di risparmio), onde evitare il controllo della politica sugli istituti finanziari.

Chi si occupa di politica deve essere un buon amministratore della cosa pubblica, non un affarista, un nullatenente senza educazione scolastica, un ladro che non vuole andare in prigione o chi si vuole arricchire a spese della comunità. Fare politica deve voler dire mettersi al servizio degli altri, per il piacere di contribuire alla collettività, senza la quale la maggioranza dei cittadini mai avrebbe potuto godere di istruzione, sicurezza e benessere tipici della modernità.

(C) AGENDA PER RENDERE L’ ITALIA UN PAESE PIÙ CIVILE

  • Ripulire a fondo il paese da immondizie, inquinamenti, discariche non autorizzate, case abusive sulle coste, ecc. Parafrasando, mens sana in territorium sano.
  • Approvare la legge anticorruzione.
  • Ridurre i tempi dei processi civili, soprattutto quelli legati a cause di natura economica.
  • Interrompere la prescrizione all’ inizio del processo.
  • Reintrodurre l’ educazione civica nelle scuole.
  • Ribilanciare i palinsesti televisivi, per ridurre l’ eccessiva monocultura di “grande fratello”, veline, tronisti e simili programmi che hanno diffuso nelle menti più giovani ideali di facile successo a mezzo di volgarità, apparenza e mercimonio del corpo.
  • Incentivare la formazione di famiglie. È assai triste vedere come sempre meno giovani coppie abbiano la possibilità di mettere su famiglia e far nascere dei figli. Perché non tornare a dare un ruolo centrale alla famiglia?

(D) COME FINANZIARE QUESTO PROGRAMMA

  • Tramite privatizzazioni di asset non strategici.
  • Costituzione di una Banca per gli Investimenti, controllata dallo Stato e assoggettata ad audit indipendente, sul modello della KfW tedesca. Tale banca può emettere obbligazioni sub-governative, utilizzate esclusivamente per finanziare investimenti coerenti con l’ agenda economica sopra delineata.
  • Centralizzazione delle attività per richiesta e ottenimento dei fondi strutturali europei.
  • Accordo europeo per l’ allocazione all’ Italia di investimenti tramite la BEI (banca europea per gli investimenti).
  • Creazione di un fondo di private equity nazionale finanziato dai paesi emergenti, a partire dalla Cina (vedi “EuroChinaBonds“).

Siamo sicuri che esistono tante altre idee, ancora più valide. Vorremmo solo vedere dei capitani al comando della nave Italia in grado di guardare l’ orizzonte lontano, invece di sfracellarsi sugli scogli per fare ridicoli inchini.

PS: se qualcuno coltivasse ancora la speranza che la crisi finanziaria globale si possa risolvere velocemente, consigliamo il recentissimo report del  McKinsey Global Institute sul livello del debito nel mondo e sul processo di deleveraging.

homo faber ipsius fortunae